Nella mia prima esperienza come insegnante a Saronno, nei lontani anni 70/80, dovetti fare i conti con l'ora di "Osservazioni Scientifiche" e, nonostante l'indirizzo didattico scelto alla facoltà di Matematica, poco mi appassionava l'insegnamento delle Scienze Biologiche.
Decisi quindi di riservare quell'ora anche per far osservare scientificamente ai miei alunni alcuni aspetti della vita reale.
Tra le varie ricerche fatte (tra cui un dossier sull'energia nucleare e le sue alternative che, rileggendo ancora oggi, trovo attualissimo), una riguardava il potere dell'informazione.
Informazione che, con le varie distorsioni e le inevitabili interpretazioni personali e politiche della "verità", veniva veicolata dai giornalisti attraverso i quotidiani.
Negli anni settanta, in Italia, la stampa (quotidiana e periodica) raggiungeva infatti più persone della radio, 24 milioni circa contro i 17, mentre la televisione era ferma a meno di 11 milioni.
Nella nostra ricerca prendevamo quindi in esame una notizia e cercavamo di analizzarla "scientificamente" nel tentativo di arrivare alla sua oggettività, scevra dalle interpretazioni ed opinioni personali dei giornalisti di diverso orientamento politico.
Analizzavamo la stessa notizia, consultando le varie testate giornalistiche che la riportavano (quelle di allora più diffuse erano: il Corriere della Sera, la Stampa, l'Unità, il Secolo XIX, l'Avvenire, la Notte....) ed osservavamo così come venisse presentata a volte in modo contrastante e contradditorio, a volte in modo superficiale e spesso con gravi errori ed omissioni.
Il mio intento era quindi quello di far capire ai ragazzi che solo attraverso un'attenta valutazione delle parole, dei concetti e del grado di attendibilità e di conoscenza, avrebbero potuto evitare di accettare passivamente le notizie e, per quanto possibile, di esserne condizionati.
Senza addentrarmi oltre nei dettagli di questo esperimento scolastico, la mia soddisfazione di allora fu che i miei alunni dai 10 ai 14 anni, alla fine dell'anno, non solo non prendevano più come "oro colato" quello che leggevano, ma arrivavano al punto di capire, dopo poche frasi di un articolo letto da me senza dirne la provenienza, il quotidiano che l'aveva pubblicato.
Tanti anni sono passati da allora e il problema del condizionamento non è certo stato risolto né credo sia stato sufficientemente affrontato, tanto che, soprattutto ultimamente, il potere dei giornalisti, oggi soprattutto in campo televisivo, si è consolidato a dismisura condizionando in modo significativo l'opinione pubblica.
Recentemente trasmissioni come "Le Iene" o come "Report" hanno fatto chiudere esercizi commerciali o hanno fatto mettere sotto inchiesta enti pubblici con servizi di pochi minuti e con interviste mirate.
Ben definisce la "casta" dei giornalisti un interessante articolo di Alessandro Aquilano:
"Sono gli unici che possono parlare di tutto pur dichiarandosi sfacciatamente non esperti, che possono attaccare impunemente chiunque, fottendosene di regole che loro stessi si vantavano di maneggiare alla perfezione, tipo il diritto di replica o gli elementi basilari del contraddittorio. Non devono rendere conto a nessuno se non all'audience e alla risonanza mediatica delle loro dichiarazioni.
Possono scegliere, tagliare, montare interviste e inserire immagini in modo arbitrario, lanciando messaggi ben precisi senza alcun tipo di verifica o controllo se non quello che si fanno da soli. E se si sbagliano, beh, al massimo una piccola e discreta rettifica in fondo al programma successivo e tutto è sistemato".
E si chiede"A quando una puntata di Report autoreferenziale, incentrata sul potere che i giornalisti stessi si sono ritrovati per le mani e su come questo viene usato?"
A volte basterebbe usare semplicemente la logica per difendersi dai fabbricatori di divi artificiali (politici, sportivi, cinematografici ecc) o saper maneggiare probabilità e casualità per ridimensionare gli articoli catastrofici sugli allarmi sociali (criminalità, epidemie ecc).
Nozioni di aritmetica elementare potrebbero aiutarci a contrastare i pregiudizi dei consumatori o i trucchi elettorali.
Così come l'affascinante teoria del caos potrebbe aiutarci a demolire la pessima e pericolosa abitudine di tranciare giudizi e fare previsioni analizzando erroneamente o superficialmente dati economici.
Insomma basterebbe porsi le domande giuste per scoprire che ben poche delle notizie stampate o divulgate ogni giorno hanno una qualsivoglia attinenza con la realtà.
Anche se vengono arricchite con colorati diagrammi, "pseudo/rigorose" statistiche, grafici intriganti e classifiche che fanno sembrare tutto vero, sono troppo spesso false.
Solo attraverso un'analisi più disincantata e un'accettazione meno superficiale delle notizie diffuse si può contrastare questo "potere" giornalistico, che abusando anche dell'oggettività dei numeri, porta a una disinformazione selvaggia.
In quest'analisi ci aiuta John Allen Paulos che, nel suo divertente libro "Un matematico legge i giornali", veste i panni del giustiziere matematico per porre fine a questo abuso dell’apparente oggettività dei numeri, che porta alla conseguente disinformazione nonché ad un condizionamento pilotato.
"Calcoli creativi, percentuali perverse, statistiche strabiche: i numeri non mentono, ma si può mentire coi numeri e i giornali lo fanno tutti i giorni.
Come neutralizzare la disinformazione quotidiana?"
“Un libro divertente, saggio e frizzante che tanto i consumatori quanto i produttori di notizie farebbero bene a leggere.”
(Washington Post)
"Un matematico legge i giornali"è un saggio scritto dal matematico e divulgatore scientifico John Allen Paulos, uscito nella prima edizione statunitense nel 1995 con il titolo "A Mathematician Reads the Newspaper", che solo nel 2009 è stato pubblicato in Italia dalla casa editrice Rizzoli.
In brevi, facili e divertenti capitoli l'autore, immaginando di sfogliare un quotidiano nelle sue varie sezioni (dalla politica all'economia, dalle notizie locali a quelle sportive, fino alla scienza, le ricette e i necrologi), insegna a smascherare, tramite appunto l'aiuto della matematica, i trucchi che stanno alla base della disinformazione odierna veicolata dallo strapotere giornalistico.
Il video che segue costituisce una breve testimonianza di alcuni commenti, nell'incredibile servizio mandato in onda sul tg4 (qui la visione integrale), del giornalista che si burla della missione Rosetta.
Anche cose mirabili e di grande importanza storica, mai tentate prima dall’uomo, si possono ridurre a una "burla" televisiva da un giornalista decisamente superficiale e sicuramente non dotato di adeguata preparazione scientifica e di obbiettività.....e questo non può e non deve essere una scusante.
Avrà contribuito o no alla disinformazione? Avrà condizionato o no l'opinione pubblica?
Concludendo non dovremmo mai leggere o ascoltare acriticamente, mai fidarci senza possibilità di verifica, mai accettare per pigrizia o superficialità.
E per far questo, anche divertendoci, ci saranno sicuramente utili i consigli del nostro amico John Allen Paulos, che "da matematico" legge i giornali.
E' sempre più un mondo di false notizie, di "bufale" (come spesso vengono definite nel web), di condizionamenti ecc.......ma i lettori e gli ascoltatori possono e devono accorgersene!!!!!
Decisi quindi di riservare quell'ora anche per far osservare scientificamente ai miei alunni alcuni aspetti della vita reale.
Tra le varie ricerche fatte (tra cui un dossier sull'energia nucleare e le sue alternative che, rileggendo ancora oggi, trovo attualissimo), una riguardava il potere dell'informazione.
Informazione che, con le varie distorsioni e le inevitabili interpretazioni personali e politiche della "verità", veniva veicolata dai giornalisti attraverso i quotidiani.
Negli anni settanta, in Italia, la stampa (quotidiana e periodica) raggiungeva infatti più persone della radio, 24 milioni circa contro i 17, mentre la televisione era ferma a meno di 11 milioni.
Il "dossier" sul nucleare tra i giornali
Nella nostra ricerca prendevamo quindi in esame una notizia e cercavamo di analizzarla "scientificamente" nel tentativo di arrivare alla sua oggettività, scevra dalle interpretazioni ed opinioni personali dei giornalisti di diverso orientamento politico.
Analizzavamo la stessa notizia, consultando le varie testate giornalistiche che la riportavano (quelle di allora più diffuse erano: il Corriere della Sera, la Stampa, l'Unità, il Secolo XIX, l'Avvenire, la Notte....) ed osservavamo così come venisse presentata a volte in modo contrastante e contradditorio, a volte in modo superficiale e spesso con gravi errori ed omissioni.
Il mio intento era quindi quello di far capire ai ragazzi che solo attraverso un'attenta valutazione delle parole, dei concetti e del grado di attendibilità e di conoscenza, avrebbero potuto evitare di accettare passivamente le notizie e, per quanto possibile, di esserne condizionati.
Senza addentrarmi oltre nei dettagli di questo esperimento scolastico, la mia soddisfazione di allora fu che i miei alunni dai 10 ai 14 anni, alla fine dell'anno, non solo non prendevano più come "oro colato" quello che leggevano, ma arrivavano al punto di capire, dopo poche frasi di un articolo letto da me senza dirne la provenienza, il quotidiano che l'aveva pubblicato.
Tanti anni sono passati da allora e il problema del condizionamento non è certo stato risolto né credo sia stato sufficientemente affrontato, tanto che, soprattutto ultimamente, il potere dei giornalisti, oggi soprattutto in campo televisivo, si è consolidato a dismisura condizionando in modo significativo l'opinione pubblica.
Recentemente trasmissioni come "Le Iene" o come "Report" hanno fatto chiudere esercizi commerciali o hanno fatto mettere sotto inchiesta enti pubblici con servizi di pochi minuti e con interviste mirate.
Ben definisce la "casta" dei giornalisti un interessante articolo di Alessandro Aquilano:
"Sono gli unici che possono parlare di tutto pur dichiarandosi sfacciatamente non esperti, che possono attaccare impunemente chiunque, fottendosene di regole che loro stessi si vantavano di maneggiare alla perfezione, tipo il diritto di replica o gli elementi basilari del contraddittorio. Non devono rendere conto a nessuno se non all'audience e alla risonanza mediatica delle loro dichiarazioni.
Possono scegliere, tagliare, montare interviste e inserire immagini in modo arbitrario, lanciando messaggi ben precisi senza alcun tipo di verifica o controllo se non quello che si fanno da soli. E se si sbagliano, beh, al massimo una piccola e discreta rettifica in fondo al programma successivo e tutto è sistemato".
E si chiede"A quando una puntata di Report autoreferenziale, incentrata sul potere che i giornalisti stessi si sono ritrovati per le mani e su come questo viene usato?"
A volte basterebbe usare semplicemente la logica per difendersi dai fabbricatori di divi artificiali (politici, sportivi, cinematografici ecc) o saper maneggiare probabilità e casualità per ridimensionare gli articoli catastrofici sugli allarmi sociali (criminalità, epidemie ecc).
Nozioni di aritmetica elementare potrebbero aiutarci a contrastare i pregiudizi dei consumatori o i trucchi elettorali.
Così come l'affascinante teoria del caos potrebbe aiutarci a demolire la pessima e pericolosa abitudine di tranciare giudizi e fare previsioni analizzando erroneamente o superficialmente dati economici.
Insomma basterebbe porsi le domande giuste per scoprire che ben poche delle notizie stampate o divulgate ogni giorno hanno una qualsivoglia attinenza con la realtà.
Anche se vengono arricchite con colorati diagrammi, "pseudo/rigorose" statistiche, grafici intriganti e classifiche che fanno sembrare tutto vero, sono troppo spesso false.
Solo attraverso un'analisi più disincantata e un'accettazione meno superficiale delle notizie diffuse si può contrastare questo "potere" giornalistico, che abusando anche dell'oggettività dei numeri, porta a una disinformazione selvaggia.
In quest'analisi ci aiuta John Allen Paulos che, nel suo divertente libro "Un matematico legge i giornali", veste i panni del giustiziere matematico per porre fine a questo abuso dell’apparente oggettività dei numeri, che porta alla conseguente disinformazione nonché ad un condizionamento pilotato.
"Calcoli creativi, percentuali perverse, statistiche strabiche: i numeri non mentono, ma si può mentire coi numeri e i giornali lo fanno tutti i giorni.
Come neutralizzare la disinformazione quotidiana?"
“Un libro divertente, saggio e frizzante che tanto i consumatori quanto i produttori di notizie farebbero bene a leggere.”
(Washington Post)
"Un matematico legge i giornali"è un saggio scritto dal matematico e divulgatore scientifico John Allen Paulos, uscito nella prima edizione statunitense nel 1995 con il titolo "A Mathematician Reads the Newspaper", che solo nel 2009 è stato pubblicato in Italia dalla casa editrice Rizzoli.
In brevi, facili e divertenti capitoli l'autore, immaginando di sfogliare un quotidiano nelle sue varie sezioni (dalla politica all'economia, dalle notizie locali a quelle sportive, fino alla scienza, le ricette e i necrologi), insegna a smascherare, tramite appunto l'aiuto della matematica, i trucchi che stanno alla base della disinformazione odierna veicolata dallo strapotere giornalistico.
Il video che segue costituisce una breve testimonianza di alcuni commenti, nell'incredibile servizio mandato in onda sul tg4 (qui la visione integrale), del giornalista che si burla della missione Rosetta.
Anche cose mirabili e di grande importanza storica, mai tentate prima dall’uomo, si possono ridurre a una "burla" televisiva da un giornalista decisamente superficiale e sicuramente non dotato di adeguata preparazione scientifica e di obbiettività.....e questo non può e non deve essere una scusante.
Avrà contribuito o no alla disinformazione? Avrà condizionato o no l'opinione pubblica?
Video esempio di "disinformazione" sulla missione Rosetta
pubblicato 16 nov 2014
Concludendo non dovremmo mai leggere o ascoltare acriticamente, mai fidarci senza possibilità di verifica, mai accettare per pigrizia o superficialità.
E per far questo, anche divertendoci, ci saranno sicuramente utili i consigli del nostro amico John Allen Paulos, che "da matematico" legge i giornali.
E' sempre più un mondo di false notizie, di "bufale" (come spesso vengono definite nel web), di condizionamenti ecc.......ma i lettori e gli ascoltatori possono e devono accorgersene!!!!!